Il santuario si trova nella giara di Serri a circa 600 m sul livello del mare, ricopre una superficie di circa quattro ettari e offre una vista panoramica sui territori circostanti.

Venne alla luce grazie agli scavi condotti da Antonio Taramelli (1868 – 1939) tra il 1907 e il 1929, restituendoci un villaggio nuragico collocabile temporalmente tra il 1600 e il 900 a.C. Abbandonato per qualche tempo, il villaggio venne nuovamente frequentato in età punica (VI-III sec a.C.) poi romana (III sec a.C – II sec d.C) e infine bizantina (VI-IX sec).

L’area archeologica è suddivisa in settori, fra cui il Sacro e il Civile: il primo si sviluppò intorno al pozzo, stupendo esempio architettonico dell’epoca in cui i riti religiosi animavano tutta la vita sociale della civiltà nuragica; nel secondo si distingue un ampio recinto, forse utilizzato per feste o quando ci si riuniva per il mercato del bestiame in occasione delle celebrazioni rituali. In effetti il periodo nuragico è avvolto nel mistero e tutto ciò che sappiamo è purtroppo basato su ipotesi.